La quarantena non è uguale per tutti

Condividi   Invia   Stampa

Siamo una 1963, un 1991 è una 2001; questa esperienza la stiamo facendo noi tre: madre, figlio e figlia, praticamente i compagni di viaggio più importanti di tutta la mia vita dal 1991 in poi; gli unici con cui sono stata me stessa e una donna bella e vera. Con nessun’altra persona avrei voluto essere costretta a casa e a condividere la paura del futuro se non con loro, che mi conoscono e con cui l’amore è come una fontana che non smette ma di buttare acqua e vita.
Tutto sommato questo virus che ci costringe a misure, che stanno cambiando totalmente la nostra vita sociale, che ci costringe a fare i conti con il proprio egoismo e con le scelte fatte in nome del piacere precipuo e ingordo, non quello dell’anima, io lo vivo come un bilancio.
Appunto la quarantena non è uguale per tutti... non solo nelle disuguaglianze economiche, di trattamento lavorativo, di realtà abitative, di luoghi bui, tristi, miseri e disordinati anche nella normalità; la quarantena è un obbligo al bilancio degli affetti, dei valori, dell’amore.
In questo tempo dilatato, in questo limbo sospeso in cui non si riesce più a costruire con foga produttiva, sta il momento del ‘sistemare’, del riordinare i propri affetti. E’ il momento di chi sta fuori e chi sta dentro, di chi c’è stato e di chi non può più esserci, di chi si ritrova perché non se ne è mai andato. Questa quarantena è il tempo, tutto sommato bello, dell’esercizio importante di ‘sentire’ dove il tuo cuore sta davvero a cuore, il tempo in cui senti a chi manchi e chi ti manca, il tempo delle risate preziose più che mai di chi le cerca insieme a te.
E così io non la butto via questa quarantena anzi, riordino e faccio pulizia e cerco di fare sentire amati gli unici due esseri che mi amano incondizionatamente per quel che sono, che poi è il vero senso puro dell’amore no?

Tags: -