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24-09-2019
La Fondazione Charlie Onlus propone un nuovo incontro alla Biblioteca Comunale di Pontedera
La dimensione dei Social Network, ormai divenuta una realtà parallela in cui si sviluppano la maggior parte delle relazioni, da cui transitano i flussi di informazioni e notizie, è una vetrina virtuale attraverso cui osserviamo e ci presentiamo al mondo.
In questo scenario gli adolescenti, esposti alle tecnologie digitali fin dalla nascita, appaiono sempre più iperconnessi: circa 5 su 10 dichiarano di trascorrere dalle 3 alle 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% dalle 7 alle 10 ore, mentre il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore. Se si calcola che il 63% lo utilizza anche a scuola durante le lezioni, significa che la maggior parte di loro vive perennemente connesso alla rete.
Alcuni dati raccolti nel 2018 dall’Osservatorio Nazionale sull’Adolescenza, indicano che il 98% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone personale, con connessione ad Internet, a partire dai 10 anni d’età.
Al di là dei problemi relativi ad un uso eccessivo dello smartphone, come il cosiddetto fenomeno del “vamping” (trascorrere quasi tutta la notte in chat o sui social) che intaccando la qualità del sonno, può generare disturbi della salute ed influire sulla capacità di concentrazione, riducendo il rendimento scolastico, cerchiamo di capire come i nostri ragazzi trascorrono il loro tempo online.
Il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo sui social network. Il primo è stato aperto intorno ai 12 anni e la maggior parte di loro arriva a gestire 5-6 profili contemporaneamente, insieme a 2-3 App di messaggistica istantanea.
Il fatto di avere una serie di applicazioni social sconosciute ai genitori permette ai ragazzi di sentirsi meno controllati e più liberi di osare, favorendo comportamenti come il sexting, il cyberbullismo e la diffusione incontrollata di materiale privato in rete.
Un dato piuttosto allarmante riporta che il 14% degli adolescenti possiede anche un profilo finto, che nessuno conosce o che conoscono solo in pochi, risultando quindi non controllabile dai genitori e nel contempo facile preda della rete del “grooming” (adescamento di minori online).
Da alcuni anni ormai sembra essere completamente scomparso per gli adolescenti il concetto di intimità: per 5 ragazzi su 10 è normale condividere tutto quello che fanno, comprese foto personali e private, che vengono quotidianamente sottoposte alla spietata valutazione della macchina dei “Like”: molti like significano un’approvazione che accresce l’autostima, la popolarità e la sicurezza personale. Pochi like al contrario, insieme ai commenti dispregiativi, condizionano l’umore e l’autostima in negativo.
L’aspetto che più caratterizza la presenza degli adolescenti di oggi sui Social sono i “selfie”, i famosi autoscatti, dove si è disposti a tutto pur di ottenere like. I dati riportano che per il 55% degli adolescenti, soprattutto femmine, è molto importante il numero di like che si ottengono sui social, mentre per il 34% dei ragazzi intervistati ricevere pochi like è fonte di delusione e rabbia.
Il dato più preoccupante è che circa 1 adolescente su 10 fa selfie pericolosi in cui può arrivare a mettere a repentaglio la propria vita e oltre il 12% è stato sfidato a fare un selfie estremo per dimostrare il proprio coraggio.
Le “Challenge” o “Sfide Social” rappresentano uno dei problemi del momento e comprendono tutti quei giochi a catena che nascono sui social network, in cui si viene chiamati a partecipare attraverso un “tag”. Lo scopo in genere è di postare un video o un’immagine richiesta, per poi invitare altre persone a fare altrettanto, tali fenomeni possono diffondersi a macchia d’olio nel Web, anche nell’arco di poche ore.
Il percorso di approfondimento e confronto sui temi inerenti a adolescenti e tecnologie digitali, proposto dalla Fondazione Charlie Onlus, riprende dopo la pausa estiva con un nuovo appuntamento in programma giovedì 26 settembre alle ore 21.00 presso la Biblioteca Comunale G.Gronchi di Pontedera. Insieme alla Prof. Daniela Villani, docente presso l’Università Cattolica di Milano, affronteremo il tema del bisogno di approvazione degli adolescenti nell’ambito dei social network e delle insidie a cui i ragazzi sono esposti, in un incontro aperto dal titolo “Quanti like servono per essere felici?”. L’ingresso è libero. Genitori ed insegnanti sono invitati a partecipare, a proporre i loro quesiti e a condividere le loro esperienze.