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Riflessioni sull'isolamento

In questa quarantena sono stato tutto sommato fortunato: ero in campagna con la donna che amo, in compagnia di mia madre, di mia sorella e di tre gatte. La convivenza tra tutti è stata buona e tra me e la mia compagna ha dato modo di consolidare un rapporto appena nato.

Per quanto possa sembrare noioso, voglio qui riportare alcuni pensieri che ho avuto in testa in questo periodo; alcune riflessioni. Coraggio dunque, non sarà impegnativo leggerle.
Eccole qui, in un pratico elenco numerato:

  1. 1.      Le priorità e il tempo:

Che cos’è importante?

 

Quanto tempo dedicare alle varie cose e come?

 

Abbiamo veramente riscoperto di avere “più tempo” oppure era sempre stato lì e non lo avevamo mai visto?

 

  1. 2.      La libertà e la paura:

 

Quando saremo nuovamente liberi di circolare, che libertà si sarà ritrovata? Quale si sarà persa nel frattempo?

 

Il timore di un male invisibile creerà un ulteriore distacco sociale tra le persone? Sarà possibile ritrovarsi con altre persone senza avere un pizzico di paura di poter essere infettati/contagiati?

 

  1. 3.      Le relazioni con gli altri e con sé stessi:

 

Essere soli e stare con persone con cui non si vorrebbe stare (chissà com’è… !), non so quale delle due sia peggio, dipende dal periodo suppongo.

Le relazioni tra le persone sono importanti, di qualunque tipologia/grado esse siano.

Ma come saranno DOPO?

 

Quando si ha a che fare con sé stessi è come se si avesse a che fare con un’altra persona che si conosce bene ( o meglio, lo crediamo così tanto da dare “per scontate” certe sua abitudini, pensieri, azioni e così via).

Anche il rapporto con noi stessi muterà?

 

L’idea che si possano sviluppare rapporti-isole, alimentati e supportati tramite le varie tecnologie mediatiche appare sempre come uno scenario sempre più realistico e concreto.

Ma al di là della possibilità e fattibilità della cosa, rimane sempre il dubbio sulla qualità.

Come sostituire il contatto fisico?

 

 

  1. 4.      L’uomo e la natura:

 

Non voglio mettermi a dire cose del tipo “l’uomo è un parassita per questo pianeta e il virus ce lo siamo meritati”, anche se ciò ha qualcosa di vero. Ciò che vorrei piuttosto osservare è il rapporto tra le due parti: un rapporto IMPARI e che presenta delle innegabili contraddizioni.

Per quanto non se lo ricordi l’uomo vive nella natura; pur avendola riadattata alle sue esigenze, modellandola a suo piacimento, essa gli ricorda sempre che c’è, sia in positivo che in negativo.

 

Non si può sperare di poter fare un passo indietro rispetto a questa arroganza autodistruttiva?

Un riassestare le nostre esigenze per coordinarle e adeguarle ad uno stile di vita e di pensiero più ecologicamente sostenibile?

 

Se suonerà troppo utopistica e idealistica come riflessione, fatevi due domande sul perché la pensate così.

 

  1. 5.      Economia e Welfare State:

 

Non credo che si possano dare come concetti separati, semmai l’uno può supplire alle carenze strutturali dell’altro.

Un ripensamento riguardo il sistema economico di stampo neo-liberista è adesso più che mai necessario!

 

Oppure no?

 

Possiamo continuare a saccheggiare lo Stato sociale in onore del libero mercato globale?

 

Si può ragionare su di tutto, ma sulla salute NO!

Un sistema sanitario privato dei mezzi necessari per il compito che deve svolgere è una contraddizione in termini: Se è pubblico deve poter garantire a tutti la salute e le cure/assistenze sanitarie, no?

 

Un pensiero ovviamente va alla persone meno fortunate:

  • I migranti;
  • I civili nei paesi in guerra;
  • I senza tetto;
  • Le persone economicamente svantaggiate;
  • Le persone malate, anziane e fortemente disabili.

Non è un eccesso di bonarietà (o buonismo, parola che detesto) ma per una questione di pura riflessione: e loro?

Come stanno ora?

  1. 6.      Spiritualità, fede e religione:

 

Ritengo la spiritualità e la fede due elementi tra quelli presenti nelle religioni maggiormente diffuse. Tuttavia non ne sono le uniche detentrici e custodi; a mio modesto parere credo che sia giusto e sacrosanto sostenere lo spirito di curiosa scoperta che spinge le persone a cercare la propria via, la propria méta spirituale, così per riscoprire spiritualmente il mondo circostante, gli altri e sé stessi.

Pur seguendo strade diverse alla fine si può arrivare allo stesso risultato: equilibrio, calma e pace interiore.

Per quanto possa sembrare strano da porre come punto, non credo che lo si possa considerare né banale né superato.

Tutt’altro semmai!

 

Francesco

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