MENU
Articoli
Diventare Volontario
Chi siamo
Contatti
Charlie Chat
Eventi
Emergenza Covid-19
Informazioni sulla trasparenza
Se sei uno studente universitario, sei un po' abituato ai periodi di reclusione. Sì, perché gli esami da fare in un anno sono parecchi, quindi ti capita di dover studiare anche quando è primavera, anche quando c'è il sole. Anche quando è Pasquetta, è il 25 aprile o è semplicemente domenica e tutto il resto dell'umanità sta grigliando le bistecche sul barbecue e ci tiene a fartelo notare riempiendoti la home di Instagram con foto di salsicce, birre, prati, calcettate improvvisate e giochi da tavolo. Se sei recluso in casa a studiare ti lamenti del fatto di non poter uscire mentre tutti i tuoi amici sono fuori. Preferiresti che anche loro fossero a casa, che non ci fosse il sole, non ci fossero grigliate in giro e che non ci fosse proprio Pasquetta: forse così studieresti meglio e in pace.
Poi a un certo punto della tua vita universitaria arriva una pandemia globale che effettivamente costringe tutti, anche chi non ha la sessione ad aprile, a rimanere a casa per Pasquetta e a non accendere i barbecue. Così non sei costretto a declinare nessun invito, non sei costretto ad ascoltare i resoconti della bella giornata che hanno passato i tuoi amici. Poi, mentre studi, puoi anche aprire Instagram e Facebook senza rischiare di leggere "#Pasquetta2020" sotto foto di gente che si diverte. Puoi pranzare in 10 minuti con la pasta all'olio e tornare a studiare senza sentire l'odore del barbecue dei vicini. Nessuno che si diverte, che va al mare, che si ubriaca e che mangia fuori. Finalmente una Pasquetta decente. Io intanto resto a casa, perché tanto a casa ci stavo lo stesso.
Però ripensandoci non è che sia tanto d'aiuto questa condivisione della reclusione forzata. Non è che sia molto confortante sapere che è costretta in casa anche il resto dell’Italia. Non è cambiato molto dagli anni scorsi, solo che quest'anno, oltre a essere reclusa, non posso nemmeno lamentarmi perché "eh che ci vuoi fare, quest'anno è così per tutti".
Comunque alla fine Pasquetta c'è stata lo stesso. Certo, niente inviti da rifiutare, però "#Pasquetta2020" l'ho letto comunque e ho visto tante foto di grigliate in famiglia o condivise su Skype. L'odore del barbecue l'ho sentito e ho pure ascoltato qualche resoconto della giornata, bella anche senza le passeggiate all’aria aperta, anche senza il sole.
Il sole a Pasquetta non c'è mai, è la regola. Però forse quest'anno, il sole, sarebbe stato più utile degli anni scorsi, perché siamo un po' tutti metereopatici, perché stare in casa senza dover accendere le luci è più bello, perché un po’ di sole lo si apprezza sempre, anche se si può solo guardare dalla finestra o dal terrazzo. E poi perché, se ci fosse stato il sole proprio in questa Pasquetta di quarantena, almeno avremmo avuto qualcosa di cui lamentarci.
Chiara