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15-02-2022
Un incontro online promosso da Fondazione Charlie Onlus, per analizzare la situazione e capire come aiutare i nostri ragazzi a ritrovare la serenità.
Qualcuno semplicemente ha raccontato di non sentirsi in forma, molti di loro si sentono tristi ed una considerevole percentuale afferma che sarebbe meglio morire o pensa di farsi male quasi ogni giorno.
Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca svolta dall’Unità sulla Psicologia del Trauma dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con la fondazione Soleterre, per approfondire quali risposte comportamentali, emotive e relazionali i ragazzi hanno manifestato a seguito dell’esperienza del lockdown, della didattica a distanza e delle misure restrittive.
L’indagine coordinata dalla prof. Chiara Ionio, docente di psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione ha esaminato un vasto campione di adolescenti, distribuito su 700 comuni italiani.
Uno dei problemi riportati dai ragazzi è dare un senso a ciò che provano: questo avviene nel 40,7/% degli adolescenti intervistati. Il 34% poi afferma di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è turbato.
Inoltre, la rabbia verso sé stessi quando si sentono turbati è stata riscontrata nel 50% dei soggetti.
Ancora, il 64% del campione esaminato pensa che se l’evento traumatico della pandemia non fosse accaduto, oggi sarebbe una persona diversa, e il 69,3% afferma che l’evento è diventato parte della propria identità.
Infine, è emerso un dato piuttosto inquietante: il 17,3% dei ragazzi intervistati pensa che sarebbe meglio morire o pensa di farsi male (il 2% quasi ogni giorno, il 15,3% più della metà dei giorni).
L’analisi preliminare di questi dati ci chiede di fermarci a riflettere su quali possano essere i reali bisogni degli adolescenti in tempo di Covid-19 - ha dichiarato Chiara Ionio –
Questi ragazzi, infatti, non solo devono affrontare le intense trasformazioni identitarie tipiche di questa fase evolutiva, ma sono costretti ad inserirle in un contesto di trauma sociale, come quello che la pandemia ha creato. Nella loro difficoltà a dare un senso a quello che provano, gli adolescenti stanno rivelando un bisogno di confrontarsi con degli adulti che possano aiutarli a trovare un significato non solo per gli eventi che avvengono fuori da loro, ma anche per le emozioni, i pensieri e i sentimenti che sentono dentro di loro, a cui non riescono a dare risposte da soli e che possono portarli a vivere momenti di difficoltà e di impotenza talmente grandi da non riuscire più ad apprezzare la vita. I comportamenti autolesionisti possono apparire dunque come una risposta a questo vissuto di morte interiore che una parte di loro sente.
I risultati della ricerca “L’impatto del Covid sugli adolescenti” saranno illustrati dalla curatrice nel corso di una conferenza online, che sarà trasmessa in diretta streaming sulla pagina facebook di Charlie Telefono Amico, giovedì 17 Febbraio alle ore 21.00.
il link per accedere all'evento: https://www.facebook.com/Charlie-Telefono-Amico-800-863096-148507805286767
L’incontro segnerà l’inizio di un nuovo ciclo di dibattiti online, organizzati dalla Fondazione Charlie Onlus, che andranno ad approfondire alcuni dei temi più critici emersi dalla ricerca: anoressia e disturbi alimentari, depressione adolescenziale, abbandono scolastico e ritiro sociale, disturbi del sonno, dipendenza da internet e nuove forme di dipendenza (social network, videogiochi, ecc). Gli appuntamenti sono rivolti principalmente ad un pubblico di educatori (genitori, insegnanti) ed è possibile fare domande e commenti in diretta.
I video di tutte le conferenze sono visibili sul canale YouTube Fondazione Charlie