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intestazione

la presenza di Charlie ai tempi del coronavirus

15-04-2020   

Prosegue l’attività di Charlie Telefono Amico anche in questo periodo di emergenza sanitaria. I volontari che lo sostengono hanno deciso di continuare a svolgere la loro opera, con tutte le cautele igienico-sanitarie necessarie per la sicurezza, per continuare a dare il loro contributo anche in un periodo così delicato.

Presente da 30 anni nel nostro territorio, la help-line di Charlie è raggiungibile tramite il numero verde gratuito 800 863 096 e offre ascolto a tutti coloro che sentono il bisogno di parlare con una voce accogliente e non giudicante. È un momento complicato e anche se nuove esperienze locali nascono, altre hanno dovuto interrompere il loro lavoro. Charlie ha deciso di dare continuità al proprio impegno e ha trovato l'appoggio del sindaco Franconi che ha voluto tenere in piedi quanto più possibile la rete dei servizi presente sul nostro territorio. 

Nelle telefonate delle ultime settimane il Coronavirus è il tema trasversale, sia per il timore della malattia che per le incertezze sul futuro economico e lavorativo di molti, che si vanno a sommare a quella fascia di persone in condizioni di fragilità che già vivevano in una sostanziale solitudine fisica o anche solo affettiva ed emotiva. Spesso si tratta di giovani, in altri casi meno giovani che cercavano contatti e appigli per mantenere un equilibrio, seppur con fatica, e che adesso sono obbligati a non fare passeggiate, a non andare a scuola, a non avere nessuna possibilità di incontro: sono venute a mancare quelle routine quotidiane che contribuivano a dare loro stabilità.

Le restrizioni che si sono innestate nella vita di noi tutti, hanno fatto esplodere in certi casi un'emotività quasi senza controllo: qualcuno reagisce cercando delle spiegazioni in teorie di complotti molto fantasiosi, altri sono spaventati all'idea che le forze dell'ordine possano fermarli anche solo mentre vanno a fare la spesa. C'è una fascia di popolazione fragile che si trova a sopportare la vita domestica forzata e le tensioni familiari, che adesso mettono in crisi anche persone insospettabili, persone che prima stavano apparentemente bene e che ora si trovano a fare i conti con ansia, paura, aspetti di sé che non conoscevano e che non li fanno più sentire sereni.

Contemporaneamente però è diffusa e forte la sensazione di essere parte di un progetto comune per il bene dei propri cari della propria comunità e anche del proprio Paese: un progetto che, sebbene con ruoli diversi, coinvolge anche sia le persone che chiamano Charlie, sia i volontari che rispondono. Gli eventi di questi giorni hanno evidenziato che, nonostante le enormi differenze individuali, ci sono degli elementi di contesto che coinvolgono tutti noi, nessuno escluso.

In questa guerra ci sono tante persone fragili che stanno combattendo la loro personale battaglia e che talvolta hanno bisogno di supporto per farlo, sicuramente di aiuti materiali in certi casi, ma in altri anche solo della vicinanza emotiva di qualcuno che dia loro la sensazione di non essere soli, per aiutarli a mantenere la voglia di prendersi cura di se stessi, di non lasciarsi assorbire dalle dipendenze, da sentimenti e pratiche autodistruttivi. Charlie cerca di fare la sua parte ma è necessario che ognuno di noi, nella propria vita quotidiana, contribuisca a tenere vive relazioni, a intrecciare nuovi fili di un tessuto sociale che tenga unita l’intera comunità. Solo insieme e col contributo di ciascuno ce la possiamo fare a superare questa emergenza sanitaria, le prove che essa comporta nel quotidiano e quelle che inevitabilmente ci aspetteranno in futuro. Noi di Charlie ci siamo, siamo sempre al nostro posto, a fianco specialmente di chi in questo periodo è impaurito e disorientato.

 

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